Convegno su salubrità e sostenibilità a Legno&Edilizia
(21.02.2015) Nelle nostre case e negli uffici in cui passiamo il 90% della nostra vita respiriamo almeno 10 sostanze nocive e cancerogene con concentrazioni fino a 5 volte superiori a quelle esterne e molte di esse sono insite nei materiali edili. Formaldeide, particolato, ma anche funghi e muffe non mancano quasi mai, assieme ad elettromagnetismo, metalli pesanti e radon. Ma ci sono anche i composti volatili organici (VOC) non pericolosi e anzi positivi, come i terpeni emessi dal legname. Della salubrità negli edifici si è parlato oggi in Fiera a Verona alla 9^ edizione di Legno&Edilizia nel convegno "Soluzioni e strumenti innovativi per l'edilizia 3.00: BIM + LCA + Salubrità" organizzato da ARCA, Ente di certificazione e formazione di qualità e sostenibilità dell'edilizia di legno.
Leopoldo Busa consulente di ARCA per la salubrità, ha ricordato i passi falsi fatti in passato dall'industria: dalla Bayer che nel 1900 pubblicizzava l'eroina come panacea di tutti i mali alla poltrona in amianto promossa nel 1950 da Eternit. Oggi le cose sono diverse ed è possibile misurare la salubrità interna degli edifici seguendo un protocollo fissato da ARCA, che con apposite cartucce assorbenti a carboni attivi lasciate negli edifici per una settimana, verifica le emissioni dei prodotti edili; perché il rischio nei materiali può venire, ha precisato l'esperto, anche da prodotti naturali eco compatibili.
Gli edifici producono il 42% dell'anidride carbonica, il 40% dei rifiuti e consumano il 15% dell'acqua potabile presenti in Europa, ha ricordato Maria Cristina Grillo consulente LCA per ARCA: "In Italia mancano norme specifiche sull'impatto ambientale negli edifici e il sistema LCA (Life Cycle Assessment appartenente alla famiglia ISO 14000) che valuta l'impatto ambientale, da noi è ancora poco conosciuto". ARCA in proposito ha realizzato in ottobre un software dotato di strumenti di calcolo e di supporto per analizzare l'intero ciclo di vita dell'attività, dalla produzione dei 500 materiali introdotti nel data base al loro smaltimento.
Per avere un'edilizia sana e sostenibile c'è anche bisogno di modernità. "La chiamiamo edilizia 3.0 – ha detto Matteo Mores dell'area tecnica ARCA – L'edilizia della nuova era verso cui stiamo puntando". In quest'ottica uno strumento fondamentale per progettare edifici tenendo sempre sotto controllo i costi e le varianti, è il BIM (Building Infirmation Modeling) che attraverso un modello informatico multidisciplinare in 3D, permette anche di inserire la variabile tempo e di effettuare il montaggio virtuale di elementi e informazioni. Ne ha parlato Maurizio Costantini ordinario di Produzione edilizia all'Università di Trento, precisando come questo sistema rivoluzionario permetta di ridurre i costi delle opere: costi che in Italia arrivano a 4 miliardi di euro annui attribuibili alla mancanza di integrazione del processo. "Bisognerebbe che l'Europa rendesse obbligatorio tale sistema, ma oggi solo la Gran Bretagna si sta orientando in proposito, mentre in Italia riguarda come unici edifici pubblici una caserma dei Carabinieri di Milano e un edificio Eni".
"Come modellazione delle informazioni di un'opera costruita, stiamo cercando di sperimentare BIM in alcune imprese trentine" ha detto Giovanna Massari docente associato di Disegno all'Università di Trento, mentre Andrea Fronk e Alberto Cristofolini hanno presentato le realizzazioni concrete in una scuola d'infanzia a Manfredonia (Fg), nel nuovo plesso dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige (Tn), nella sede di Mesiano (Tn) dell'Università di Trento e nella scuola primaria e dell'infanzia di Molina di Fiemme (Tn). "Pur nella sua complessità- ha concluso Cristofolini – il BIM consente la sostenibilità economica, ma per usarlo è indispensabile digitalizzare l'intero processo di progettazione e di flusso dei dati che interessano il cantiere, la gestione e la manutenzione degli edifici".
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