H2M (H2 Mobile), il primo veicolo terrestre in grado di produrre e stoccare autonomamente energia rinnovabile mediante idrogeno, è presente alla Fiera del Levante e da oggi al 20 settembre sarà possibile visitarlo, toccando dal vivo la realtà della mobilità pulita e delle rinnovabili.
«La tappa di Bari, alla Fiera del Levante è importante per noi della Fondazione H2U perché il mezzo è stato concepito in Puglia, con tecnologie presenti e disponibili nel Sud Italia. Lo sviluppo di una filiera dell'idrogeno decentrato potrebbe dare una mano importante al economia locale e allo sviluppo sociale delle Regioni del Sud dando anche un segnale importante sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, specialmente nel 2015 che è l'anno della conferenza sul clima, la COP21, che si terrà a Parigi a fine anno. - afferma il presidente della Fondazione H2U, il fisico Nicola Conenna - H2M è un "work in progress", nel senso che è disponibile ad accogliere anche altre tecnologie per la sostenibilità, le rinnovabili e in ultima analisi l'ambiente. Anche per questo motivo abbiamo installato nell'aula multimediale anche una stampante 3D che testimonia il fatto che innovazione e tutela ambientale possono essere coniugate. Le stampanti 3D, infatti, possono realizzare piccole serie d'oggetti, senza scarti - salvaguardando risorse - e producendo beni con filiere corte, quasi a km zero».
Il furgone H2M è lungo 15 metri, possiede una sala multimediale al seguito, produce idrogeno dai suoi pannelli fotovoltaici da 6 kWp ed è stato realizzato dalla Fondazione H2U "The Hydrogen University" con sede a Monopoli, in Puglia, attraverso il cofinanziamento da parte della Regione Puglia, con fondi Carbon Tax-Ministero dell'Ambiente e con il cofinanziamento della Fondazione stessa, in partenariato con l'Università Aldo Moro di Bari. L'impianto fotovoltaico alimenta un elettrolizzatore da 1 normal m3/h per la produzione d'idrogeno che viene a sua volta stoccato in bombole da 50 litri cadauna, grazie a 24 batterie tampone da 230 A/h cadauna, presenti sul mezzo stesso.
«Dopo un lavoro durato due anni il veicolo è pronto per iniziare il proprio viaggio, portando con se un modello energetico e produttivo alternativo, diffuso, decentrato e rinnovabile, totalmente carbon free, senza emissioni climalteranti e in grado, come modello, di salvare il Pianeta dal riscaldamento globale», conclude Conenna.
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