Milano, 6 luglio 2016 – Le tanto sospirate vacanze sono ufficialmente iniziate e gli studenti – maturandi a parte, alle prese proprio in questi giorni con le prove orali – possono finalmente godersi il meritato riposo.
Ma se per molti la pausa estiva coincide con mare, serate con gli amici, lunghe dormite e soprattutto una pausa dai libri di scuola, per altri le vacanze si passano, almeno in parte, all'estero per studiare una lingua straniera.
L'inglese, nel 90% dei casi. In alcuni di questi casi, almeno 4 su 10, sono i ragazzi stessi a esprimere il desiderio di trascorrere un periodo lontano da casa, sia per migliorare la lingua che per passare un periodo in un contesto diverso, dove intrecciare amicizie internazionali e sentirsi un po' più 'adulti' e indipendenti.
Ma per ottenere il massimo dai soggiorni studio è necessario che siano rispettate alcune condizioni, valide per tutti gli studenti, in particolar modo per quelli che hanno difficoltà di apprendimento, come i ragazzi dislessici.
"In primis è necessario scegliere campus in cui la presenza di connazionali sia ridotta al minimo – spiega Alessandro Rocco, co-fondatore di W LA DISLESSIA!, progetto nato nel 2010 con l'obiettivo di creare un metodo per aiutare ragazzi e bambini con difficoltà di apprendimento – Molti genitori pensano che mandare il figlio all'estero per tre o quattro settimane sia sufficiente per ottenere risultati, ma si sa, i ragazzi tendono a fare gruppo e a stare con chi li capisce. Per questo motivo consiglio di valutare bene la destinazione e - piuttosto - di spendere qualcosa in più per mete meno battute (e meno turistiche), altrimenti l'investimento rischia di essere del tutto vano".
Su circa 350.000 studenti dislessici in Italia (cifra che equivale a una percentuale fra il 3 e il 5% della popolazione scolastica) si stima che almeno il 70% abbia serie difficoltà ad apprendere l'inglese: "Innanzitutto perché l'inglese è una lingua 'opaca', ovvero si pronuncia in maniera diversa rispetto a come si scrive – precisa Rocco – La conseguenza diretta è un blocco emotivo, che scatta quando il ragazzo viene corretto o si accorge di aver sbagliato. Non da ultimo le difficoltà nascono anche perché non ci siano insegnanti con una preparazione specifica per insegnare agli studenti dislessici".
Proprio per aiutare i genitori, così come i ragazzi, a trarre il massimo da un'esperienza indimenticabile come quella della vacanza studio, Rocco ha stilato un decalogo semplice ma efficace, rivolto sia ai figli che ai genitori.
1. Pensa solo a parlare, non preoccuparti di come si scrivono le parole che stai pronunciando.
Che sarebbe a dire 'non pensate alle regole, focalizzati sul perché ti serve proprio quel termine in quel contesto'. E concentrati sul suono. "Prendiamo i Finlandesi: parlano l'inglese perfettamente, ma quando scrivono fanno un sacco di errori", commenta Rocco.
2. Fuggite dai connazionali! "Può sembrare scontato ripeterlo, ma questa frase deve diventare un mantra nella testa dei ragazzi, perché l'unico modo per imparare una lingua è creare l'esigenza di doverla parlare".
3. Frequenta il più possibile classi e lezioni interattive. "Spesso le scuole nel pomeriggio approfondiscono con attività pratiche le lezioni della mattina. Ad esempio, alla mattina si studiano vocaboli legati alla cucina e al pomeriggio si organizzano cooking class. Idem con gli sport. Un altro ottimo metodo è quello dell'improvvisazione teatrale: si mette in scena ciò che si è imparato, spesso senza neppure una traccia. Ai ragazzi dico 'buttatevi, frequentate, sperimentate'. È il modo migliore per memorizzare vocaboli nuovi e ampliare il vocabolario, divertendosi tantissimo".
4. Fidanzati con uno straniero! Che sia inglese, svedese, spagnolo o lituano poco importa. L'importante e stringere relazioni con coetanei stranieri, che sia per un romantico flirt che per una semplice amicizia. "Passare più tempo possibile con qualcuno con cui si è obbligati a parlare inglese e con cui si desidera dialogare e farsi capire è un'altra chiave per imparare realmente la lingua".
5. Non temere gli errori. Anzi parla più che puoi, con chiunque, e vai a caccia di correzioni.
6. Cambia la lingua dei tuoi social. Fallo anche con tutti i tuoi device, ad esempio sullo smartphone, sul tablet, l'ipod ecc. Il vocabolario tecnico ti entrerà in testa senza alcuna fatica, tanto che finirai col dimenticarti i termini tecnici in italiano.
7. Scarica app locali. Ad esempio guide interattive della città in cui stai, ai locali e ai luoghi pubblici, itinerari consigliati ecc. Potrai esplorare il posto senza il rischio di perderti e allo stesso tempo imparare a orientarti in lingua locale.
Gli ultimi tre consigli Rocco li riserva ai genitori, che spesso si trovano a essere combattuti fra il desiderio di spingere i figli a 'spiccare il volo' e quello di proteggerli da possibili pericoli o delusioni:
8. Evitate accuratamente i campus per i dislessici. "I dislessici non sono malati. Ghettizzarli significa lanciargli proprio quel messaggio. E se quei campus tecnicamente funzionassero, rimane la lettera scarlatta della 'segregazione'", spiega ancora Rocco.
9. Limitate il più possibile i contatti. "Chiamate e messaggiate i ragazzi il meno possibile. Non moriranno per un messaggio della buonanotte in meno su whatsapp. E se proprio non resistete, comunicate esclusivamente in inglese".
10. Una volta a casa, solo film in inglese. "Cominciate con i film che i ragazzi hanno visto mille volte in italiano e che conoscono a memoria, così non ci sarà bisogno di utilizzare i sottotitoli - che comunque vanno sempre e solo in lingua originale".
Pronti a partire?
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