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venerdì 11 giugno 2010

Rimini Fiera: PACKOLOGY, INTERNAZIONALITA', INNOVAZIONE E BUSINESS

INTERNAZIONALITA’, INNOVAZIONE E BUSINESS: PACKOLOGY!

Centrati gli obiettivi nella prima edizione del Salone triennale delle tecnologie per il packaging e il processing

promosso da Ucima e Rimini Fiera

8.378 visitatori per il 19% esteri

Rimini, 11 giugno 2010 – Si è conclusa oggi a Rimini Fiera la prima edizione di PACKOLOGY, il salone delle tecnologie per il packaging e il processing promosso da UCIMA - Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche e Rimini Fiera Spa.

Per quattro giorni, su un’area del quartiere di 30.000 mq, 180 imprese leader della produzione industriale che vede l’Italia ai vertici mondiali hanno proposto eccellenze tecnologiche e innovazioni per il confezionamento e l’imballaggio nelle quattro macroaree previste dal lay out espositivo: food, beverage, chimico/cosmetico/farmaceutico, logistica e imballi. Almeno sei grandi anteprime assolute di prodotto a vantaggio dei visitatori della fiera.

8.378 sono stati gli operatori in visita alla prima edizione PACKOLOGY, dei quali il 19% stranieri.

Al termine delle quattro giornate sono stati 92 i giornalisti accreditati, dei quali 23 di testate straniere, compresa la partecipazione dei vertici della prestigiosa IPPO (International Packaging Press Organization).

A un’offerta espositiva altamente qualificata, la manifestazione ha aggiunto il profilo di un pubblico di visitatori perfettamente aderente, con la presenza dei manager di grandi marchi multinazionali dei settori beverage, food, farmaceutica e chimica. Fra gli altri, autorevoli rappresentanti di Buyer, Barilla, Ferrero, Novamont, Tetrapak, Unilever, Glaxo, Legacoop, ecc.

Il risultato di questo incontro è nella soddisfazione degli espositori per la generazione di nuovi contatti, la definizione di innovativi progetti industriali e la firma di ordini, anche a conferma della ripresa che l’industria del packaging sta vivendo sin dall’inizio del 2010.

LE DICHIARAZIONI

“Con Packology – commenta Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera – sono state mantenute le promesse fatte otto mesi fa in sede di presentazione, dando prova di capacità organizzativa e di analisi obiettiva del mercato. La soddisfazione va condivisa con il nostro partner UCIMA. Ora analizzeremo insieme e con attenzione gli esiti di Packology, poi tracceremo la traiettoria di sviluppo considerando prioritario l’obiettivo internazionalità”.

“Sottolineo l’opinione degli espositori - aggiunge Giovanni Caffarelli, presidente di Ucima – fra i quali ho raccolto la soddisfazione per il lavoro svolto dall’Associazione e da Rimini Fiera, che ha consentito di portare subito al successo Packology. C’è nelle imprese un diffuso gradimento per la location Rimini e per l’impianto fieristico. Si aggiungono le considerazioni strettamente commerciali e professionali: tanti visitatori professionali, centinaia di business meeting e firma già in fiera di contratti, cosa assolutamente non usuale. Packology è quindi il nuovo luogo dove confluiscono gli interessi dei costruttori italiani di macchine automatiche e s’è concretizzata su basi molto promettenti”.

“Già dopo questa prima edizione - spiega Simone Castelli, direttore business unit 2 di Rimini Fiera – abbiamo gli elementi utili a costruire una prospettiva solida e utile al mercato. Packology ha rispettato gli obiettivi: centrati i mercati esteri emergenti da rendere disponibili agli espositori, alta la qualità dei visitatori e produttivi gli incontri di business per le imprese con ordinativi e nuove prospettive di affari”.

“I risultati ottenuti - conclude Flavia Morelli, responsabile nuovi progetti della business unit 2 di Rimini Fiera – sono anche la conseguenza degli investimenti profusi per attrarre su Rimini l’attenzione dai mercati internazionali e dei i servizi messi a disposizione per facilitare la visita a Packology”.

L’INTERNAZIONALITA’ DI PACKOLOGY

Oltre al rilevante numero di operatori stranieri in visita, a PACKOLOGY sono emersi altri tratti rilevanti di internazionalità. Oltre cento i buyers esteri presenti, provenienti da Grecia, Spagna, Turchia, Marocco, Egitto, Ucraina, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Serbia, Montenegro, Croazia, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Slovenia, Balcani, ed Emirati Arabi. Per loro, appositamente invitati a Rimini Fiera, nel corso della manifestazione sono stati 700 i business meeting organizzati, rispetto ai 500 programmati alla vigilia.

Analoga copertura per quanto riguarda i paesi di provenienza dei visitatori, tra quali provenienti anche da India, Usa, Taiwan, Russia e Giappone.

Il risultato è conseguente al lavoro svolto nelle settimane precedenti alla manifestazione attraverso il ‘market place’, lo strumento di matching on line messo a punto da Rimini Fiera che garantisce l’efficacia dell’incontro programmato.

In fiera, per tutte le giornate, presenti i vertici di PMMI - Packaging Machinery Manufacturers Institute, l’associazione americana che rappresenta le imprese industriali delle macchine per il packaging, oltre ad una delegazione della tedesca VDMA Nahrungsmittelmaschinen und Verpackungsmaschinen.

“Direi che la prima edizione di Packology è proprio ben riuscita - ha commentato Chuck Yuska, presidente di PMMI - Sono rimasto impressionato dal livello, dalla rilevanza degli espositori e da come si sono presentati qui in Fiera, segno dell'importanza che tale evento riveste per loro. In un momento economico non proprio felice come quello attuale, le aziende diventano molto selettive e su packology hanno investito in tante. Ho percepito una buona atmosfera, dato confermato anche da alcuni dei rappresentanti delle aziende straniere presenti. Infine mi complimento per il lato organizzativo e per la bellezza del quartiere fieristico”.

Da PACKOLOGY è anche iniziata la missione italiana dei protagonisti di IPTA - Italian Packaging Technology Award, un evento firmato da UCIMA in collaborazione con ICE – Istituto per il Commercio Estero e lOPP - Institute of Packaging Professionals (Illinois – USA). Gli studenti universitari americani, le cui tesi sul packaging sono state selezionate fra quelle presentate negli atenei Usa, nei prossimi giorni visiteranno anche gli stabilimenti di alcune industrie italiane.

I DATI DELL’INDUSTRIA DEL PACKAGING

PACKOLOGY è stata l’occasione per rappresentare i dati consuntivi 2009 dell’industria italiana del packaging, unitamente alle prime valutazioni sul 2010 e le prospettive internazionali. La presentazione è stata a cura di Giovanni Caffarelli, presidente di UCIMA, che in apertura di manifestazione ha ricordato come nel 2009 la crisi economica internazionale non abbia risparmiato i produttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio.

I costruttori italiani hanno, comunque, mostrato una notevole capacità di resistenza, che ha permesso loro di superare lo scorso anno con performance mediamente migliori rispetto ad altri settori. Per il 2009, il fatturato ha avuto un arretramento del 15,6% rispetto al 2008, con un valore di 3.229 milioni di Euro. A partire da ottobre 2009 la raccolta ordini è tornata positiva. Il 2010 ha ampiamente confermato il rimbalzo degli ordinativi. Nel periodo gennaio-aprile 2010 di quest’anno la raccolta è stata del 37% superiore a quella degli stessi quattro dell’anno precedente. Anche se si tratta di una variazione incoraggiante, non bisogna dimenticare che i risultati del primo trimestre di quest’anno si confrontano con quelli negativi dell’anno precedente.

All’incontro, per sopraggiunti motivi istituzionali, non ha potuto partecipare il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, il quale ha fatto pervenire un suo messaggio: “Nella nostra regione ha sede il 50% delle industrie del settore, le quali producono il 70% del fatturato. E’ un’industria tesa all’innovazione che la Regione continuerà a sostenere investendo nella ricerca e nella formazione, nella internazionalizzazione e sostenibilità della produzione”.

I TEMI AFFRONTATI DAI CONVEGNI DI PACKOLOGY

Sul fronte degli eventi collaterali, il programma è stato strutturato secondo tre filoni: i grandi convegni, le lezioni tecniche per gli addetti alle macchine di produzione delle aziende e workshop dedicati all’automazione industriale.

Un filo rosso ha collegato gli eventi, ovvero la consapevolezza che la filiera del packaging sia indirizzata verso una produzione funzionale, attraente, sicura, riciclabile, utile e dal basso costo. Elementi emersi già nella giornata inaugurale quando nel pomeriggio sono intervenuti i massimi esponenti di realtà del calibro di Legacoop, Unilever e Glaxo

Inoltre – è stato spesso rilevato nel corso degli incontri - per un ‘packaging all’avanguardia’ è auspicabile la collaborazione, o quanto meno l’interazione in termini di competenza, esperienza e creatività, di tutti gli attori della filiera (progettisti, produttori di materiali, costruttori di macchine, distributori e persino consumatori finali). Sintetizzando: occorre promuovere senza sosta una cultura del packaging.

Fra i temi più trattati a PACKOLOGY, la frontiera del ‘packaging ecosostenibile’, con le testimonianze dei produttori leader che hanno rappresentato le loro strategie. Va ricordato il grandissimo sforzo di innovazione che nella filiera del packaging è alla base di questa frontiera in quanto ogni scelta va considerata in relazione stretta con il contenuto della confezione. Si pensi ai medicinali, al prodotto alimentare. Alla fine, uno slogan ha accomunato le imprese in questo impegno comune: Yes, we can!

Nell’ultima giornata altri appuntamenti, fra i quali quello dell'Osservatorio nazionale PRO/Packaging Retail Observatory e dedicato alle novità del confezionamento relative al fresco alimentare.

Tutti i comunicati stampa sono disponibili nell’area press del sito www.packologyexpo.com

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