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lunedì 7 dicembre 2015

Natasha Fennell, la “daughterhood” e il Club delle figlie: gioie, dolori e sensi di colpa nelle dinamiche madre-figlia

 

Roma, 7 dicembre. C’è qualcosa di speciale nell’essere figlie: è la “daughterhood” che l’autrice irlandese Natasha Fennell descrive insieme alla giornalista Roìsìn Ingle nel loro Scoprirsi figlia (Odoya), che martedì 8 alle 18 presenta insieme a Sabina Minardi. Il neologismo è quanto mai indovinato: mentre si scrive e si discute molto sul senso della maternità, la “figlialità” è spesso ricondotta ad altri fattori psicologici, primo fra tutti proprio la maternità (temuta, agognata, rifiutata). Al contrario, questo volume si concentra sull’individualità delle figlie e individua uno schema nei complessi rapporti con le rispettive madri.

L’origine di questa indagine è personale e dolorosa: quando alla madre di Natasha Fennell viene diagnosticata una malattia degenerativa, l’autrice si rende conto di non essere pronta ad affrontare la perdita e inizia a domandarsi se sia stata una buona figlia e se abbia condiviso con la madre tutte le attività e le emozioni che avrebbe voluto. Le risposte, evidentemente, sono difficili da accettare ma è una condizione comune a molte figlie, come testimoniato dalle centinaia di risposte giunte al quesito “Se sei una donna e ti piacerebbe migliorare il tuo rapporto con tua madre prima che sia troppo tardi, allora manda una e-mail a…”, pubblicato da Roìsìn Ingle nella sua colonna sull’Irish Times. Dai tanti racconti le due autrici hanno selezionato le storie di nove figlie, invitandole a incontrarsi per parlare delle proprie madri e condividere le gioie e i dolori che questi rapporti portano con sé, impegnandosi poi in una serie di compiti e attività al fine di migliorare le loro relazioni. È nato così il Club delle figlie.

Pagina dopo pagina, il lettore impara a conoscere Maeve: la Figlia Impegnata, Sophie: la Figlia della pazzia; Lily la figlia del Narcisismo; Cathy: la Figlia che Diventa Come Sua Madre; Grace: la Figlia in Lutto Anticipato. Le due autrici stesse si indagano e scoprono di essere la figlia Dipendente (Roìsìn) e la figlia Devota (Natasha). Si unisce in un secondo momento anche Anna: la Figlia Riluttante. Infine, la trascrittrice dei dialoghi del club si unisce ad esso: si chiama Debbie ed è la figlia Deludente. Fra ilarità e condizioni difficili, le partecipanti al gruppo come pure le lettrici scoprono che non esiste alcuna “normalità” cui ambire, poiché ogni donna è diversa e ciascuna situazione presenta problematiche specifiche: l’unico filo di Arianna è la solidarietà femminile, che aiuta a estraniarsi e a guardare a se stesse con maggiore lucidità. Il Club delle figlie oggi è anche un blog di riferimento, utile e dilettevole.

Sul web Più libri più liberi è presente attraverso gli aggiornamenti del sito ufficiale www.plpl.it e grazie all'attività sui social network che affiancano il claim #peramoredeilibri all’hashtag ufficiale #piulibri15.

Promossa e organizzata dall'Associazione Italiana Editori, con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Centro per il Libro e la Lettura, Regione Lazio, Roma Capitale - Assessorato Cultura e Sport, ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con Biblioteche di Roma e l'azienda per i trasporti capitolina Atac e con la media partnership di Rai, Radio3, Rai3, Rainews24, la Repubblica, L’Espresso e Repubblica.it, la Fiera non è solo un punto di riferimento per la proposta e il lancio di nuovi autori internazionali, ma si conferma osservatorio insostituibile sulla varietà della produzione italiana.

La presente iniziativa è stata realizzata anche mediante il finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di Arcus S.p.a.

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