Milano
13 febbraio 2015. Fiper ha presentato ai propri associati la ricerca
“Analisi sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE)” allo
scopo di fare chiarezza sull’andamento a dir poco anomalo sul mercato
dell’energia proprio dei TEE.
Nel corso del 2016 si sono registrati
scambi a prezzi particolarmente alti rispetto alla media storica sino al
valore medio riscontrato nella sessione del 22 novembre 2016, superiore
di circa il 58% rispetto a quello dell'ultima sessione di ottobre.
Walter Righini Presidente Fiper introduce così lo studio: “Stiamo
assistendo in questo ultimo periodo ad un andamento del mercato dei
Titoli di Efficienza Energetica- TEE sempre più incomprensibile con
prezzi mai raggiunti e nemmeno ipotizzabili sino a poco tempo fa. La
nostra analisi vuole fornire un contributo ulteriore per chiarire
l’attuale situazione. Sia il MISE che l’AEEGSI hanno avviato loro
indagini conoscitive volte a meglio comprendere e analizzare il problema
e ci auguriamo di conoscerne i rispettivi risultati entro breve tempo
visto che lo stesso GSE ha definito che: “aumenti repentini
e concentrati (dei prezzi) non trovano giustificazione nei fondamentali e
vanno quindi attributi a comportamenti non strutturali, cioè
contingenti, spesso opportunistici, talvolta speculativi”.
Lo
studio si fonda da un lato sulla analisi dell’andamento del mercato a
partire ai dati del Gestore del Mercato Energetico- GME, del Gestore dei
Servizi Energetici- GSE, dall’altro sulle evidenze del benchmark condotto tra alcuni operatori.
Secondo
l’analisi FIPER la spiegazione più plausibile del rialzo dei prezzi
sembrerebbe essere legata al problema del bilanciamento tra domanda e
offerta dei TEE. Si evidenzia una tendenza di carenza di offerta, tipica
di un mercato corto in cui si verifica la scarsità del “bene”.
Se
è vero infatti che, come dichiarato dal GSE, considerando i TEE ancora
disponibili sul conto titoli degli operatori e le compensazioni degli
obblighi passati non sembrerebbero esserci problemi nel soddisfare la
quota minima dell’obbligo per il 2016, appare evidente come il numero
dei TEE non sia sufficiente per rispettare il 100% dell’obbligo.
In
aggiunta si rileva come la crescita degli obblighi sia superiore alla
crescita delle emissioni di titoli e di come questo sembri essere lo
scenario più probabile anche per il futuro.
Sembrerebbe
poco plausibile come spiegazione del rialzo la responsabilità dei
“soggetti obbligati” considerando come la maggior parte degli stessi a
maggio 2016 avesse ancora necessità di TEE per raggiungere il minimo
obiettivo e non incorrere in sanzioni (fonte: ultimo rapporto sullo
stato dei servizi- AEEGSI) e lasciando scarsi margini per manovre
speculative.
Anche la tesi secondo cui i responsabili del rialzo
sarebbero le speculazioni effettuate da soggetti non obbligati, in
particolare trader, sembrerebbe poco plausibile considerate le
dimensioni e i volumi di titoli scambiati da questi soggetti che sono
trascurabili rispetto ai volumi scambiati dai grossi soggetti obbligati.
I
risultati dello studio FIPER evidenziano che lo scenario più verosimile
per l’andamento futuro del mercato dei TEE appare quello di un mercato
corto e di un’aspettativa di generale incertezza da parte degli
operatori legata a delle criticità che attualmente caratterizzano il
loro mercato: discrezionalità e incertezza normativa congiunte a
un’asimmetria informativa tra i soggetti coinvolti.
Lo
studio conclude che, per far fronte a un inasprimento del mercato corto
con ulteriore rialzo dei prezzi dei TEE, la ricetta auspicabile sarebbe
intervenire tempestivamente per riequilibrare il mercato o attraverso
un incremento dell’offerta dei TEE o riducendo gli obblighi per i
soggetti obbligati.
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