Peresson:
“I dati ci dicono che esiste
una correlazione tra assenza di librerie e indici di lettura”
Roma,
11 dicembre 2016. Esistono
oggi circa 13
milioni di italiani che vivono in comuni senza una libreria.
È
quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi dell’Associazione
Italiana Editori (AIE) presentata oggi a Più
libri più liberi,
la Fiera nazionale della piccola e media editoria che si conclude
oggi al Palazzo dei Congressi dell’EUR a Roma.
L’indagine
evidenzia come il 21,1% della popolazione residente in comuni con più
di 10mila abitanti non ha una libreria vicino (sono esclusi i comuni
dove possono esserci cartolibrerie, edicole-negozio, centro
commerciale con librerie come bacino di attrazione del comune).
Detta
in altro modo esistono oggi in Italia 687
Comuni sopra i 10mila abitanti,
l’8,6% del totale, che non hanno una libreria.
Nelle Isole e nel
Sud la percentuale di assenza di librerie si alza: il 15,1% dei
Comuni delle Isole (+10mila ab.) delle Isole e ben il 33,3% di quelli
del sud (+ di 1 su 3!) è senza librerie. Ma questo è vero anche per
il Nord est, in cui il 20,5% (1 su 5!) è senza librerie”.
Non
appare più rosea la situazione sul fronte delle biblioteche
scolastiche:
circa mezzo milione (486.928) di ragazzi frequenta scuole senza
biblioteche scolastiche. Sono 262mila nella scuola primaria, 147mila
nella secondaria di primo grado e 77mila nella secondaria di secondo
grado.
Circa 3,5milioni di studenti frequenta scuole con un
patrimonio librario inferiore alla media, con conseguente e ridotta
possibilità di scegliere cosa leggere.
E stiamo parlando di medie di
patrimoni bibliotecari che oscillano – a seconda degli ordini
scolastici tra 1.500-3.500 volumi.
Esiste
una correlazione tra assenza di librerie e indici di lettura?
“A giudicare dai dati, sì – spiega il responsabile dell’Ufficio
studi AIE, Giovanni
Peresson
-
Nelle
aree metropolitane e centri urbani maggiori (+50.000 abitanti) –
dove il tessuto di librerie, ma anche di servizi bibliotecari è più
fitto e solido - gli abitanti residenti che si dichiarano lettori di
libri sono, rispettivamente, il 51,1% e il 44,4%.
Già
nelle periferie delle aree urbane questo valore scende al 42,8%
(nonostante la relativa facilità di spostamenti verso le aree
centrali della città). Poi l’indice di lettura cala al calare
della dimensione del centro urbano: 38,1% nei comuni tra 10-50mila
abitanti; 39% in quelli da 2-10mila; fino al 35,4% nei comuni (e sono
tanti) fino a 2mila residenti.
E
non è un caso che le perdite maggiori di lettori negli ultimi 5 anni
sia avvenute nei piccoli centri (-15,3%, rispetto a una perdita media
nazionale del -9,1%). Mentre nelle aree metropolitane questo calo si
è arrestato al -3,1% ma per risalire al -5,1% nelle periferie”.
Nessun commento:
Posta un commento