Bologna capitale delle grandi opere Indagini, progettazione, studio e innovazione per combattere collassi arginali e dissesto idrogeologico 2^ edizione del Salone delle Tecnologie per il Sottosuolo e delle Grandi Opere (23 -25 ottobre 2014, BolognaFiere) Bologna, 24 ottobre 2014 - Dalle indagini preliminari e geognostiche, alla caratterizzazione del sito, fino a una corretta progettazione. Si tratta di aspetti importanti per riflettere sulle costruzioni in sottosuolo anche in relazione alle calamità naturali (frane, alluvioni, terremoti), che oggi saranno affrontati da AGI, Associazione Geotecnica Italiana, nel corso del convegno "La geotecnica nella difesa del territorio e delle infrastrutture dalle calamità naturali" durante la seconda edizione di ExpoTunnel (Salone delle Tecnologie per il Sottosuolo e delle Grandi Opere - dal 23 al 25 ottobre 2014 a Bologna. I coordinatori della conferenza Filippo M. Soccodato e Stefano Aversa, presidente AGI hanno introdotto i temi della giornata con le diverse relazioni insieme a Guido Gottardi, Università di Bologna- AGI. I relatori hanno affrontato i diversi rischi legati ai territori ponendo delle case history interessanti, dal rischio sismico a quello idrogeologico. Negli ultimi anni i fenomeni naturali (frane, alluvioni) che interessano larga parte del territorio italiano sembrano aver modificato, per una concomitanza di fattori, tra cui quelli climatici ed antropici, le loro caratteristiche di frequenza, intensità e tipologia. Nell'ambito della pianificazione urbanistica e nella progettazione delle reti di comunicazione stradale e ferroviaria, così come nella gestione e manutenzione delle opere esistenti, cresce l'esigenza di una revisione dei criteri progettuali, dei metodi e degli strumenti fino ad oggi utilizzati per l'analisi e la soluzione dei problemi di interazione con fenomeni quali frane, alluvioni ed eventi sismici. La conferenza, che ha ospitato interventi dedicati alle frane, ai terremoti e alle arginature alluvionali, ed è stata un'occasione di incontro e discussione tra gli specialisti del mondo accademico, i professionisti e le società di progettazione, i tecnici delle imprese di costruzione, i gestori delle reti infrastrutturali, le amministrazioni pubbliche e gli enti territoriali. Sebastiano Rampello, Sapienza Università di Roma- AGI ha affrontato nella prima relazione il comportamento delle dighe in terra in condizioni sismiche. Mentre i meccanismi di collasso e monitoraggio degli argini fluviali, sono stati oggetto della relazione di Paolo Simonini, professore di geotecnica all' Università di Padova – AGI. La problematica degli argini è tra l'altro all'attenzione nazionale per i tanti eventi di esondazione al Centro – Nord Italia in questo periodo e tra le problematiche per cui un fiume può esondare vi è anche l'aspetto di evitare il collasso arginale. "La sensibilità oggi ai problemi di difesa del territorio è molto più elevata che un tempo - spiega Simonini - In particolare problemi di rottura arginale provocano gravi danni in quanto spesso inondano aree densamente popolate e industrializzate ad altissimi valori investiti nelle opere che vengono danneggiate. Quindi studio, controllo e soprattutto monitoraggio degli argini sono un problema del futuro anche perché i costi, considerata la lunghezza delle nostre opere arginali, non sono indifferenti. Questo è un problema che senz'altro ci riguarderà tutti non solo noi italiani ma anche gli europei in un futuro, perché con il cambio climatico problemi di questo genere, di rotture arginali e inondazioni, saranno più facilmente frequenti". Due aspetti fondamentali del rischio idrogeologico sono stati introdotti nelle ultime due relazioni. Alessandra Sciotti, Italferr SpA – AGI ha trattato dell'interazione tra la stabilità dei versanti e le infrastrutture: i criteri di progettazione e gestione. Mentre Settimio Ferlisi, professore associato di geotecnica all'Università di Salerno – AGI, ha analizzato il rapporto col territorio edificato sull'analisi quantitativa del rischio da flussi iperconcentrati, con il caso di studio di Nocera Inferiore. "Il cuore del mio intervento riguarda la potenzialità delle analisi quantitative per la zonazione anche del rischio a cui sono esposte le persone, derivante da fenomeni di flusso iperconcentrati e più in generale da frane che possono evolvere sotto forma di colata- spiega Ferlisi - Le potenzialità di questi metodi sono soprattutto da ricercare nel fatto che consentono di migliorare la zonazione esistente, andando a individuare le aree che prioritariamente necessitano di interventi di mitigazione del rischio, con riferimento sia ai territori comunali che ad un singolo territorio comunale". AGI ci tiene a sottolineare come nelle fasi iniziali di pianificazione e di progettazione, fino alla fase di gestione di insediamenti territoriali e di infrastrutture, la geotecnica si configura come il fil rouge nell'individuazione degli elementi chiave per lo sviluppo di un approccio razionale nella difesa dai rischi naturali, infatti: nella fase di pianificazione, elementi cruciali sono la metodologia e gli strumenti selezionati per lo studio del territorio alle diverse scale, per l'individuazione dei fenomeni e degli elementi vulnerabili e per lo studio dei fattori precursori e degli indicatori dell'evento. Nella fase di progettazione, l'attenzione è concentrata sullo studio del fenomeno e delle sue cause, sul modello geotecnico alla base degli strumenti previsionali, sulla definizione di strumenti e criteri per l'analisi dell'interazione tra il terreno e le infrastrutture e per la definizione degli interventi di prevenzione e mitigazione del fenomeno, mentre in quella di gestione, è fondamentale l'individuazione di metodi e strategie per il controllo dell'evoluzione del modello geotecnico di riferimento, per la verifica dell'efficacia degli interventi di mitigazione, per il monitoraggio di lungo termine nella convivenza con i fenomeni di lenta evoluzione. Per tutte le novità, www.expotunnel.it |
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