Rimini, 1 Luglio 2009 - Un'intera sezione espositiva dedicata al mercato dei crediti di carbonio e alla 'low carbon economy' sarà una delle novità di KEY ENERGY, la fiera internazionale per l'energia e la mobilità sostenibile, il clima e le risorse per un nuovo sviluppo, che si terrà a Rimini Fiera dal 28 al 31 ottobre 2009. Nasce così una "vetrina" che illustrerà il potenziale di questo mercato e le ultime innovazioni nel campo dello sviluppo, progettazioni e tecnologie. "È opinione diffusa che il tetto di emissioni di anidride carbonica sia vissuto da tante imprese come una gabbia che ne limita l'attività - spiega Barbara Padovan, project manager di Key Energy - In linea con quanto sta avvenendo in molti Paesi, crediamo che presto anche in Italia si faranno largo aziende specializzate che sapranno indirizzare le imprese verso una nuova prospettiva: quella che immagina il tetto alle emissioni come una opportunità di business". Da questa riflessione è partita l'idea innovativa di proporre 'CARBON AREA', uno spazio fieristico nel quale potersi orientare, incontrando i protagonisti della filiera del carbonio: società di consulenza e di servizi carbon management, produttori di tecnologie pulite e consulenti tecnico-ingegneristici, banche, consulenti legali e di carbon finance, società di certificazione, borse del carbonio trader, carbon fund, Esco, mercato volontario delle emissioni, eccetera. E la filiera 'low-carbon' tiene anche su di giri l'economia. Infatti, le attività economiche 'verdi' - come dimostra l'ultimo rapporto del Wwf dal titolo "Low carbon jobs for Europe" - danno già lavoro a 3,4 milioni di addetti nel vecchio continente contro i 2,8 delle 'inquinanti' (attività estrattive, cemento, industrie del ferro e dell'acciaio). Accanto ai quali ci sono circa altri 5 milioni di posti di lavoro indiretti. Come rileva il documento dell'associazione ambientalista, tutti i settori verdi - in particolare eolico, fotovoltaico, biomasse, mobilità pubblica e comparto edile - stanno registrando una crescita significativa e, grazie agli stimoli del Pacchetto clima-energia approvato dalla Ue, non fermeranno la loro corsa. A guidare la classifica delle professioni 'no-gas-serra' sono Germania, Spagna e Danimarca per l'eolico, il solare e lo sfruttamento delle biomasse, incalzate dalla Danimarca per il solo vento. In Italia, la situazione non è così "green": nel fotovoltaico, per esempio, il nostro Paese offre 1.700 posti di lavoro contro i 42mila dei tedeschi e i 26.800 degli spagnoli. Nel solare termico, invece, siamo a 3mila posti di lavoro contro i 17.400 della Germania. Nell'eolico, infine, con i nostri nemmeno 2mila impieghi, oltre che dai "mostri sacri" (Germania 85.100 addetti, Spagna 40mila, Danimarca 23.500) siamo piuttosto lontani anche dalla Francia (7mila) e dal Regno Unito (4mila). La lettura di questi dati deve però tenere conto del fatto che solo da poco nel nostro Paese sono stati introdotti meccanismi di incentivazione, sul modello di quelli che in Germania hanno permesso di far decollare il fotovoltaico. Facile immaginare che in Italia ci si appresti a vivere presto un'impennata dell'occupazione e che i prossimi tempi siano all'insegna degli investimenti e del lavoro, con maggiori opportunità di business per le imprese. continua (...)
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