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mercoledì 30 maggio 2012

Grande interesse ad ACCADUEO per l’alta tecnologia Rittal dedicata alla gestione delle acque


Le soluzioni Rittal ideate specificamente rispondere alle esigenze di ogni stadio del ciclo dell’acqua, dal trattamento delle acque potabili agli impianti di depurazione e gestione acque reflue, si sono messe in luce nel corso della ultima edizione di ACCADUEO, tenutasi dal 23 al 25 maggio scorsi. 

Nello stand erano quindi presenti i nuovi armadi SE 8, nella versione standard o in acciaio inox, e gli armadi CS da esterno, adatti a ospitare componenti elettrici ed elettronici in massima sicurezza, proteggendoli dalle condizioni climatiche avverse e da eventuali atti di vandalismo.
Vi erano inoltre gli armadi della serie TS 8 e Ri4Power, la soluzione integrata per installare in modo semplice e diretto i quadri in bassa tensione e garantire il funzionamento stabile e affidabile di macchine e impianti. Accanto ad essi, i sistemi di condizionamento ad elevata efficienza della serie “Blue e” ei contenitori compatti delle serie KS, particolarmente utili per proteggere elementi elettronici delicati, KL ed AE in acciaio inox.

Grazie all’impiego della più avanzata  tecnologia disponibile, queste soluzioni si rivelano particolarmente utili per assicurare la massima sicurezza e performanza delle operazioni di prelievo, distribuzione e trattamento di quello che rappresenta ormai il bene più prezioso per l’umanità, una risorsa scarsa ma di fondamentale importanza per la vita sul pianeta.

lunedì 28 maggio 2012

Intersolar di Monaco. Panasonic presenta le novità nel fotovoltaico

 
Intersolar 2012:
le soluzioni Panasonic per generare e immagazzinare energia

 


Monaco, 28 maggio 2012 – In occasione di Intersolar 2012, la più grande fiera al mondo riguardante le tecnologie solari in programma dal 13 al 15 giugno al Nuovo Centro Fieristico di Monaco, Panasonic Europe Ltd, presenterà i risultati dei propri progetti di sviluppo di soluzioni per l'energia e di tecnologie per l'immagazzinamento dell'energia. L'azienda avrà il piacere di illustrare nel dettaglio i prodotti e i progetti presso lo stand A1 – 170, un palcoscenico per presentazioni e approfondimenti dello stato dell'arte dell'energie rinnovabili secondo Panasonic.
A partire dal primo aprile 2012 i moduli solari HIT®, già ampiamente apprezzati dal mercato, sono stati rinominati Panasonic HIT®, e in tal senso diventano parte integrante della nuova Panasonic Eco Solutions Energy Management Europe, struttura dedicata a sviluppare soluzioni complete sia per edifici residenziali che per imprese. Al fine di promuovere stili di vita a basso impatto ambientale e con emissioni di CO2 sempre minori, sarà possibile allo stand Panasonic approfondire il ciclo dalla creazione di energia attraverso i moduli fotovoltaici collegati, attraverso appositi  inverter, a batterie e sistemi di immagazzinamento.

Nuovo pannello fotovoltaico con sfondo nero per i proprietari di case orientati al design
Esposto allo stand Panasonic anche il nuovo modulo solare con sfondo nero, un pannello fotovoltaico in vendita a partire da questa estate, con l'obiettivo di soddisfare le richieste di mercato di prodotti sensibili agli aspetti di design. Anche nella versione con sfondo nero, i nuovi moduli HIT® raggiungono la più alta efficienza tra prodotti di pari categoria, con valore di 18.6% (e un coefficiente di conversione di cella pari al 21.1%), e questi pannelli rappresentano una significativa alternativa per i proprietari di case amanti dell'estetica della struttura abitativa. In mostra anche il modello HIT® N240, il più efficiente tra i moduli solari HIT® con un efficiente di conversione del modulo pari al 19.0% (con un efficiente di conversione di cella pari al 21.6%) e la versione HIT® H250 con un efficiente di conversione del modulo pari al 18.0% (con un efficiente di conversione di cella pari al 20.8%). Lo stand offrirà inoltre una interessante panoramica sulla produzione delle celle, fornendo informazioni aggiuntive sui moduli solari HIT®, composti da un sottile wafer di silicio monocristallino abbinato ad uno strato ultra-sottile di silicio amorfo. Oltre che per l'alta efficienza, i moduli HIT® sono riconosciuti per la loro ineguagliabile affidabilità: infatti Panasonic può vantare una diminuzione delle prestazioni del prodotto pari allo 0,0023% un valore estremamente basso.

Inoltre allo stand sarà presentato lo "Smart Energy Storage" (SES), una batteria agli ioni di litio con un sistema personalizzabile di gestione delle batterie. Lo Smart Energy Storage è l'ideale per una vasta gamma di applicazioni di immagazzinamento di energia: dai sistemi di piccola scala residenziali ai sistemi più articolati e performanti. La soluzione SES consente di ottenere un'ampia gamma di vantaggi che vanno dalla riduzione dei costi di energia elettrica per i singoli consumatori  (riducendo l'utilizzo di energia elettrica dall'esterno) fino alla stabilizzazione della rete per gli operatori e le società di servizi. SES è stato adottato con successo da partner industriali che hanno lanciato i loro prodotti nella primavera del 2012.

Obiettivo di Panasonic è di divenire il "No.1 Green Innovation Company in the Electronics Industry" entro il 2018, per questo l'azienda si sta muovendo per fornire soluzioni per un'energia pulita e sostenibile.
A rimarcare il ricordo di un incontro importante allo stand Panasonic, i visitatori potranno vedere dal vivo la macchina solare sviluppato dagli studenti della Tokai University vincitrice del prestigioso World Solar Challenge 2011.

Informazioni su Panasonic
Panasonic Corporation è leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di prodotti elettronici in tre settori di business, consumatori, componenti & dispositivi. L'azienda con sede a Osaka, in Giappone, ha registrato vendite pari a 72 miliardi di euro per l'esercizio concluso il 31 marzo 2012. Le azioni della società sono quotate nelle borse di Tokyo, Osaka, Nagoya e New York (NYSE:PC). Obiettivo dell'azienda è di divenire il "No.1 Green Innovation Company in the Electronics Industry" entro il 2018, anno che coincide con il centenario dalla sua fondazione.
Per maggiori informazioni riguardanti l'azienda, il marchio Panasonic e l'impegno per la sostenibilità visitate il sito http://panasonic.net/ .



domenica 27 maggio 2012

Legambiente a Terra Futura presenta la prima edizione del dossier Ecosistema Animali 2011.

Legambiente presenta Ecosistema Animali 2011,
l'indagine sui servizi e le attività realizzate dai comuni capoluogo di provincia
per la tutela degli amici a quattro zampe

Modena, Pordenone e Torino tra i comuni virtuosi ed attenti a cani e gatti

L'86,5% dei capoluoghi che hanno risposto al questionario del Cigno Verde dispone
di strutture per ospitare cani randagi ed il 68,5% ha piani di tutela per le colonie feline


Comuni a prova di cani e gatti. Modena, Pordenone e Torino sono tra i comuni capoluogo di provincia che ottengono da Legambiente una nota di merito per le loro buone pratiche nella tutela degli animali domestici. Tre realtà, tre esempi virtuosi che riguardano la gestione delle strutture comunali e le attività di microchippatura per tutti i cani (cioè l'inserimento di un chip sotto la pelle dell'animale). Ed ancora, piani di tutela per le colonie feline, campagne d'informazione sulle leggi vigenti in materia di protezione animale, corsi di formazione per imparare a gestire il proprio fido, iniziative per promuovere l'adozione dei cani che si trovano nei canili, progetti di educazione nelle scuole ed infine la possibilità di trasportare cani e gatti sui mezzi pubblici. I comuni virtuosi mostrano l'Italia che ama e rispetta gli animali, non quella dei canili lager, degli abbandoni o dei maltrattamenti, ma quella di un Paese attento alla difesa e alla cura dei suoi amici a quattro zampe e alle esigenze delle famiglie che li ospitano.

È quanto emerge dalla prima edizione di Ecosistema Animali 2011, dall'indagine di Legambiente sui servizi e le attività realizzate dai comuni capoluogo di provincia per la tutela degli amici a quattro zampe realizzato attraverso un questionario con oltre 40 domande, inviato a 109 amministrazioni comunali, a cui hanno risposto 89 municipi. Una fotografia che vuole porre l'attenzione sul benessere degli animali in città, perché occuparsi di loro significa anche e soprattutto offrire servizi ai milioni di famiglie che li ospitano e li amano. In Italia almeno una famiglia su quattro possiede perlomeno un cane o un gatto e anche chi non li ha, vuole che il proprio comune s'impegni per non lasciare animali abbandonati che soffrono e possono divenire causa di problemi sanitari e/o di sicurezza.

"Dalla nostra indagine emerge un quadro generale interessante: in Italia le competenze ci sono, come insegna l'esperienza di Torino, ma bisogna ancora fare molto, magari prendendo esempio proprio dai comuni virtuosi – ha spiegato Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna Legambiente durante la presentazione di Ecosistema Animali 2011 presentato questa mattina 27 maggio a Firenze in occasione di TerraFutura.
"Senza stilare una classifica dei più "buoni", la completezza delle attività e dei servizi offerti per la tutela e il benessere degli animali domestici e il livello di dettaglio delle risposte fornite dalle amministrazioni nella compilazione del questionario – ha aggiunto Morabito - ci ha permesso di individuare i comuni che offrono ai cittadini servizi di qualità e di selezionare le buone pratiche che possono essere esportate in altri comuni".

I dati più interessanti che sono emersi da Ecosistema Animali 2011 riguardano la mappatura del territorio comunale di canili, rifugi, allevamenti, pensioni o qualsiasi luogo di detenzione di gruppo di animali, le campagne periodiche di microchippatura, i piani di tutela delle colonie feline, le ordinanze sindacali che vietano la sosta sul territorio comunale di spettacoli che utilizzano animali ed infine il trasporto di cani e gatti sui mezzi pubblici.

Mappatura del territorio e microchippatura, infatti, sono due attività fondamentali per conoscere meglio l'area territoriale con le sue strutture e per definire il numero degli animali presenti, ma purtroppo non sono ancora consolidate tra i comuni. Nel 2010 il 34,8% dei comuni capoluogo di provincia ha realizzato, direttamente, tramite proprie strutture, o indirettamente tramite convenzione con associazioni e/o professionisti, la mappatura del territorio dei canili o di qualsiasi luogo di detenzione di gruppi di animali; mentre il 58,4% ha dichiarato di non averla realizzata e il 4,4% non ha risposto.

Invece alla domanda se nel 2010 siano state realizzate le campagne di microchippatura: il 50,5% dei municipi ha dichiarato di averla realizzata, il 43,8% ha risposto no mentre il 5,6% ha lasciato in bianco la domanda. Un dato negativo che pesa sul lavoro dell'anagrafe canina, istituita con la legge 281 del 1991. Gli uffici in questione si occupano, infatti, di registrare gli animali dotati di microchip riuscendo in questo modo ad avere un quadro numerico degli animali presenti sul territorio con la positiva conseguenza di ridurre abbandoni e cattive abitudini da parte dei proprietari.

Dal 1° gennaio 2005 il microchip è diventato l'unico sistema identificativo nazionale, in sostituzione del tatuaggio. Infatti, nel caso in cui il tatuaggio non sia più leggibile, il cane deve obbligatoriamente essere identificato con microchip ed essere nuovamente registrato nell'anagrafe. La registrazione dei cani nelle relative banche regionali, che implementano quella nazionale, è un atto obbligatorio sancito dalla legge n. 281 del 1991. Il proprietario o il detentore di un cane deve quindi provvedere a far identificare e contestualmente registrare l'animale già dal secondo mese di vita.

Per quanto riguarda l'esistenza di strutture comunali per ospitare cani randagi catturati sul territorio comunale, ben 78 comuni capoluogo di provincia (86,5%) hanno risposto positivamente dicendo che esistono tali strutture contro 11 municipi (12,3%) che hanno detto no. Dei 78 comuni che dispongono di canili o strutture simili, 8 municipi li gestiscono in proprio, 40 li affidano ad associazioni tramite convenzioni, 24 a ditte o cooperative tramite appalto, e 18 in altro modo. Riguardo i servizi che queste strutture comunali garantiscono, i dati sono positivi e dimostrano che c'è una particolare attenzione a ciò: 78 amministrazioni comunali assicurano il monitoraggio e l'assistenza ai cani ospitati, 69 la sterilizzazione chirurgica, 79 le promozioni delle adozioni, 70 l'assistenza e il controllo della salute dei cani affidati dal canile e 44 l'osservazione e la rieducazione di cani mordaci.

L'indagine di Legambiente ha poi focalizzato l'attenzione sui piani di tutela delle colonie feline e le ordinanze sindacali che vietano la sosta sul territorio comunale di spettacoli che utilizzano animali come circhi e mostre itineranti di animali vivi. Alla domanda se esista un piano di tutela e di controllo delle colonie feline, il 68,5% dei comuni capoluogo di provincia ha risposto in maniera affermativa, mentre il 29,2% ha invece detto che non dispone di tali piani e il 2,2% non ha risposto alla domanda. Per quanto riguarda le ordinanze sindacali, il 25,8% dei municipi capoluogo di provincia ha dichiarato di averle emesse, il 68,5% ha detto di no ed il 4,4% non ha risposto.

Infine sul rapporto animali e mezzi pubblici, da Ecosistema Animali 2011 emerge una discreta attenzione al problema in questione. Il 66,2% dei comuni capoluogo di provincia dà, infatti, la possibilità di viaggiare sui mezzi pubblici in compagnia dei propri amici a quattro zampe; mentre il 26,9% non consente ciò e il 4,4% dei comuni non ha risposto. In particolare il 60,6% dei municipi consente ai passeggeri di autobus urbani di trasportare animali di piccole dimensioni; il 24,7% permette di farli salire sui treni regionali, il 3,3% sulle metropolitane e l'8,9% su altri mezzi così ripartiti: 4 comuni capoluogo di provincia sui taxi, 1 municipio sulla minimetrò, 1 sulle imbarcazioni che attraversano i laghi, 1 sulle linee extra-urbane ed 1 sui pullman.

Dai dati raccolti alle buone pratiche il passo è breve. Tra i comuni capoluoghi di provincia virtuosi, amici di cani e gatti, ecco alcuni ottimi esempi di qualità.
In Piemonte, il Comune di Torino dispone di due canili gestiti dall'E.N.P.A., Ente nazionale protezione animali. Entrambe le strutture hanno un'assistenza veterinaria giornaliera garantita sia al mattino sia al pomeriggio. Nel canile sanitario sono ospitati i cani vaganti sul territorio comunale. Se tatuati o microchippati, attraverso l'anagrafe canina vengono rintracciati i proprietari e, di norma, i cani tornano dalle famiglie che li avevano smarriti. Se invece non sono provvisti d'identificazione, vengono microchippati e sottoposti a profilassi vaccinale e antiparassitaria e restano in osservazione sanitaria per dieci giorni per escludere la presenza di rabbia. Inoltre nel canile sono ricoverati anche cani di proprietà di quei casi sociali riconosciuti (ricoveri, sfratti, detenzione…) che non possono affrontare la spesa di una pensione o animali posti sotto sequestro dalle autorità competenti. L'efficienza di queste strutture e del lavoro dell'amministrazione comunale trova un riscontro diretto nella netta diminuzione degli ingressi dei cani nei canili dovuto anche ad una maggiore consapevolezza dei proprietari di questi animali e all'inserimento del microchip.

Le colonie feline, di cui sono censite circa 1.300 per un totale di almeno 25 mila gatti sparsi sul territorio, sono affidate per l'alimentazione e gestione ai cosiddetti "gattari" che fanno riferimento alle associazioni animaliste. L'ufficio tutela animali effettua dei sopralluoghi per verificare lo stato delle colonie e dirime eventuali controversie dovute alla presenza dei gatti. La città provvede inoltre alla cura e sterilizzazione dei felini randagi e posiziona casette – rifugio per il loro riparo. Tra le altre buone pratiche, il comune di Torino nel 2006 ha approvato un "Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città", (Regolamento 320/2006), modificato poi nel 2011. Il regolamento contiene le norme relative al trasporto sui mezzi pubblici per cui l'animale deve essere di piccole dimensioni, non deve recare disturbo ai passeggeri e non deve essere pericoloso. Inoltre deve essere tenuto in braccio o in appositi contenitori coperti. I cani devono avere la museruola e il guinzaglio e non pagano il biglietto (ma neanche i gatti!).

Il regolamento consente anche l'attendamento di circhi e mostre con animali, secondo la normativa CITES. Dal 1 febbraio 2013 sarà però in vigore il divieto di esposizione di alcune specie selvatiche ed esotiche come elefanti, orsi, primati, rinoceronti e altri. Infine il comune di Torino per combattere il randagismo canino, ha poi introdotto nel regolamento l'obbligo di portare con sé il documento originale, o fotocopia autenticata, comprovante l'iscrizione all'anagrafe canina. Infine è stata istituita la Consulta Comunale delle Associazioni del Volontariato Animalista con funzioni propositive e consultive su tutte le tematiche riguardanti il benessere animale sul territorio.

Le buone pratiche riguardano anche l'Emilia Romagna. Modena ha istituito dal 1998 l'ufficio diritti animali che gestisce una serie di attività: come l'anagrafe canina, le convenzioni con le strutture di ricovero (canile e gattile) ed il programma colonie feline (censimento e sterilizzazione) in collaborazione con il servizio veterinario Ausl. Tra le varie attività si occupa in particolare di gestire il rapporto, spesso problematico, uomo-animale in ambiente urbano ricevendo direttamente richieste e segnalazioni dai cittadini; predispone piani di gestione per gli animali sinantropi "problematici" (colombi, storni) ed elabora progetti di tutela e/o salvaguardia degli animali presenti sul territorio. Il capoluogo della provincia modenese ha poi realizzato campagne informative per promuovere gli obiettivi delle leggi e dei regolamenti esistenti in materia di protezione animale; ed inoltre ha promosso anche una serie di iniziative organizzate annualmente a favore dell'adozione degli animali che si trovano nelle strutture di ricovero. Sul sito del canile e del gattile sono state pubblicate on line anche le foto con breve descrizione degli animali adottabili, in cerca di una casa ed una famiglia che si possa prendere cura di loro.

Invece, in Friuli Venezia Giulia, il Comune di Pordenone, oltre a gestire l'anagrafe canina regionale e a fare una mappatura aggiornata del territorio, propone campagne informative sulla vaccinazione antirabbica obbligatoria e da tre anni organizza e promuove in collaborazione con la Lav, l'azienda sanitaria e l'ordine dei veterinari, corsi per l'acquisizione di competenze mirate ad un buon rapporto tra i proprietari dei cani e i loro amici a quattro zampe. I corsi si avvalgono della competenza di medici veterinari comportamentali e specialisti del settore in campo giuridico.
Per quanto riguarda invece l'adozione di cani, il comune ha previsto un contributo di 250 euro su presentazione di certificazione di buona salute dell'animale a un anno dalla consegna. Sempre al fine di agevolare l'adozione, anche di cani non più cuccioli, è in atto un progetto di schedatura, che comprende schede e foto degli animali, ed effettuata da veterinari comportamentali e conseguente diffusione in rete informatica. Inoltre è in corso la costruzione di una nuova struttura per ospitare i gatti randagi. Sul territorio sono presenti circa 60 colonie feline censite, e i relativi referenti provvedono alla cattura e al trasporto dei gatti per la sterilizzazione, che viene eseguita, in collaborazione con l'azienda sanitaria, a spese dell'amministrazione comunale. Per effettuare un maggior numero di interventi lo scorso anno è stata stipulata una convenzione anche con medici veterinari privati.

"Ancor di più in un momento di crisi come questo riteniamo importante divulgare le esperienze migliori dei comuni italiani per contribuire al primo passo di un'efficiente spending review anche in questo ambito: aumentare la qualità del servizio a parità di spesa – ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - Emerge con evidenza da Ecosistema Animali che serve un maggiore impegno delle amministrazioni comunali per ridurre il numero di animali abbandonati, che patiscono sofferenze e divengono involontari protagonisti di molti problemi: le buone pratiche già in campo dimostrano che è possibile farlo e, nel medio periodo, anche producendo un risparmio per la casse comunali. Anche per gestire meglio gli animali in città fare cultura, facendo crescere maggiore consapevolezza e responsabilità da parte dei singoli cittadini, è premessa insostituibile per ridurre nel tempo, significativamente, costi e problemi per la pubblica amministrazione".


Inoltre sarà possibile scaricare l'infografica e l'indagine di Ecosistema Animali 2011 dal sito di Legambiente e dalla pagina facebook (www.facebook.com/legambiente.onlus)

sabato 26 maggio 2012

Mobilita' ciclabile a TERRA FUTURA

Mobilità ciclabile a Terra Futura

Legambiente presenta i risultati del Giretto d'Italia 2012
Il Campionato della Ciclabilità Urbana promosso insieme a Fiab e Cittainbici
In oltre il 60% dei centri urbani in gara, 3 abitanti su 10 in bicicletta
Firenze migliora: è terza tra le grandi città

Pedali super nei piccoli e medi centri
Intermodalità e 'zone 30' favoriscono le due ruote per gli spostamenti in città

In alcune città italiane la bicicletta sta tornando ad essere un vero mezzo di spostamento e dove le politiche del traffico facilitano la vita dei ciclisti, la mobilità su due ruote risulta avere una marcia in più come a Venezia, Trento e Schio, che si sono aggiudicate la "maglietta rosa" del secondo Giretto d'Italia, il Campionato nazionale della Ciclabilità Urbana organizzato da 24 Comuni insieme a Legambiente, Fiab e Cittainbici.

I risultati della singolare competizione, che per il secondo anno ha visto sfidarsi tre categorie di città (grandi, medie e piccole) sul numero di biciclette in circolazione rispetto ai mezzi a motore in una normale giornata lavorativa, sono stati lo spunto per parlare di mobilità ciclabile anche a Terra Futura. Secondo Legambiente, infatti, la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità che si tiene a Firenze fino a domani, è il luogo ideale per raccontare le esperienze virtuose di alcune città che migliorando la mobilità ciclabile hanno diminuito ingorghi e inquinamento.

A illustrare i risultati della gara e le proposte di Legambiente, Fiab e Città in Bici per una migliore ciclabilità dei centri urbani italiani, è stato Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente tra gli organizzatori del Giretto d'Italia.

Proprio il capoluogo toscano che ospita Terra Futura, è tra le città che hanno conseguito un'ottima  performance al Giretto d'Italia con quasi una persona su cinque che ha scelto di raggiungere la scuola o il posto di lavoro in bicicletta. Meglio di Firenze hanno fatto Torino e Venezia tra le grandi città, mentre per le medie città sul gradino più alto del podio è salita Trento superando di pochissimo la regina delle due ruote Ferrara. Tra le piccole città Schio si è aggiudicata il primo posto con la straordinaria percentuale del 73,5% degli spostamenti in bicicletta ma in questa categoria c'è anche un'altra toscana, Pisa che ha visto per le sue vie più di 1350 biciclette. In generale sono passati attraverso i check point delle 24 città della sfida circa 30mila ciclisti urbani e sono molti i comuni hanno incrementato notevolmente la ciclo mobilità. In ben 15 città infatti aveva i pedali oltre il 30% dei veicoli in circolazione e a Trento, Ferrara, Schio, Pesaro, Grosseto e Pordenone le due ruote sono state addirittura più numerose dei mezzi a motore superando il 50%. Percentuali straordinarie, che premiano lo sforzo delle amministrazioni che investono nella mobilità sostenibile.

"I risultati del Giretto d'Italia – ha spiegato Mirko Laurenti – hanno ovviamente un valore simbolico ma dimostrano, con una certa evidenza, che nelle città dove s'investe sulla mobilità ciclabile e la sicurezza, limitando al contempo l'abuso dell'auto, è possibile ottenere risultati straordinari come quelli delle vincitrici e di molte altre città. Un segnale importante per gli amministratori – ha aggiunto Laurenti - che hanno il compito di ridisegnare la mobilità urbana e che possono, favorendo l'uso della bicicletta, liberare i centri urbani da ingorghi e inquinamento. E' evidente – conclude il responsabile Ecosistema Urbano di Legambiente – che soprattutto nelle grandi città alcune operazioni di limitazione del traffico sono più complesse ma la volontà politica di chi amministra è determinante per migliorare la situazione". 

Il convegno a Terra Futura è stato anche l'occasione per illustrare alcune proposte di Legambiente, Fiab e Città in Bici per migliorare la ciclabilità, a partire dal potenziamento della cosiddetta intermodalità.
Secondo un recente dossier delle associazioni, infatti, a descrivere in modo più efficace la ciclabilità urbana sarebbe l'indicatore del modal split che misura il numero degli spostamenti effettuati in città con i diversi mezzi di trasporto. Questo indicatore considera fondamentale l'equilibrio e il grado d'integrazione tra le varie 'modalità' di spostamento perché se è vero che a Parma, ad esempio, ci sono molti più chilometri di piste ciclabili (87,1) rispetto a Bolzano (72,4), nel capoluogo altoatesino i percorsi ciclabili sono meglio integrati, incontrano meno barriere e più segnaletica, tanto da convincere molti più cittadini a montare in sella per spostarsi (29 contro19 della prima).

Con questo criterio secondo le tre associazioni una città con una mobilità davvero sostenibile dovrebbe avere almeno un 15% di spostamenti in bici e contemporaneamente una mobilità in auto e moto minore del 50%. Purtroppo non sono molte le città con simile performance visto che solo 4 città su 104 capoluoghi di provincia esaminati da Legambiente, prevedono una o più linee di trasporto pubblico locale dove è consentito portare biciclette, un permesso sporadico in pochissime altre e inesistente nel resto. Ancora più nel dettaglio l'esame delle migliori 30 città (cioè delle prime dieci tra le città grandi, tra le medie e tra le piccole, in base alla popolazione residente, sul totale dei capoluoghi di provincia) che hanno la dotazione più ricca di interventi per la ciclomobilità ci dice che: sono ancora troppo poche le città dotate di un piano della ciclabilità (Biciplan), solo 15 su 30 città esaminate e 20 sul totale dei capoluoghi; i parcheggi di scambio con più di cento posti son presenti solo in 17 delle 30 città; hanno un'estensione della rete ciclabile superiore a 100 chilometri solo 17 città su 30; solo il 50% dei capoluoghi di provincia dichiara di conoscere il numero dei cicloparcheggi che ha da offrire ai ciclisti e solo in 38 casi sul totale questi hanno più di cento posti.

Ecco allora in sintesi alcune proposte che Legambiente suggerisce per migliorare la situazione. Tra le prime c'è la promozione di servizi di pedibus e scuolabus per gli spostamenti casa-scuola e viceversa insieme a quella di tipologie di mobilità alternativa per i partecipanti a eventi che si tengono all'interno dell'area urbana. Ovviamente anche le infrastrutture hanno la loro importanza e per questo Legambiente consiglia una serie di interventi, quasi a costo zero per le amministrazioni, come l'estensione della rete di corsie preferenziali del trasporto pubblico locale e delle piste ciclabili lungo i principali assi della mobilità urbana e l'aumento delle zone a velocità moderata (20 e 30 km/h). Tra gli incentivi possibili invece c'è il ticket transport, dei buoni di trasporto per l'acquisto, esclusivamente per il tragitto casa-lavoro, di titoli di viaggio dei servizi di trasporto collettivo e di mezzi pubblici. E ancora la promozione di servizi di trasporto collettivo come car sharing e car pooling e di trasporto pubblico in genere come il bike-sharing oltre che di sistemi intermodali che prevedano la possibilità di usare auto+bici o trasporto pubblico+bici.

Tornando ai risultati del Giretto d'Italia per le città piccole oltre alla vittoria di Schio con la straordinaria percentuale del 73,5% degli spostamenti in bicicletta, si segnalano gli eccellenti risultati di Pesaro (63,3%), Grosseto (59,7%), Pordenone (53,6%), Pisa (47,1%), Lodi (45,2%) Udine (43,8%) e Carpi (37,8%). Anche per le città medie oltre alla maglietta rosa di Trento che ha oltrepassato di qualche punto la fuoriclasse della bici Ferrara (55,7% e 51,1% i rispettivi risultati) sono tutte ottime le performance della categoria: Reggio Emilia con il 40,7% degli spostamenti in bici si è piazzata terza a un soffio da Vicenza che ha raggiunto il 40,5%. Padova ha totalizzato il  38,8% seguita da Modena (32,1%) Ravenna (23,1%) e Brescia (5,7%),  Per le città grandi la percentuale più alta (44,3%) di mezzi a pedali rispetto quelli a motore è stata raggiunta come detto nella terraferma di Venezia anche se va ricordato che la città lagunare ha un flusso ciclistico particolare, difficilmente paragonabile con altre città. Da podio comunque Torino, dove quasi 3 abitanti su dieci si sono spostati sui pedali e meritorie anche le performance di Firenze (17,2%), Bologna (14,8) e Milano (14,4%). Genova, nonostante le salite, migliora la sua performance rispetto alla prima edizione e raggiunge il 4,2% confermando l'impegno verso la crescita della mobilità ciclabile. Delude le aspettative Bari che non ha fatto pervenire i dati.
Maglia nera invece a Roma che ha raggiunto un timidissimo 3,8%. Nonostante sia nutrito il gruppo di frequent biker romani che ha rinunciato ai mezzi a motore, infatti, è evidente che nella Capitale per convincere le persone a scegliere la bici c'è bisogno di più spazio e più sicurezza.
Va ricordato che il monitoraggio del Giretto d'Italia ha un valore simbolico e che la diversità delle città in gara in termini di urbanistica, densità abitativa e dinamiche di traffico rende complesse le valutazioni. I numeri assoluti nel caso delle città grandi e medie avrebbero premiato Bologna e Padova che hanno visto passare dai loro check point rispettivamente 1568 e 2638 ciclisti. E per le piccole città va considerato che veniva data loro  la possibilità di scegliere se fare due o tre check point ma per omogeneità le percentuali sono state calcolate sui risultati dei due migliori check point per ogni città. In questo caso Schio avrebbe mantenuto la maglietta rosa ma i numeri assoluti sottolineano ad esempio le ottime performance di Pisa e Udine.

In occasione del Giretto, poi molte amministrazioni locali hanno cercato di convincere anche gli abitanti solitamente motorizzati a utilizzare la bicicletta per andare a scuola o al lavoro offrendo colazioni (Schio), gadget e altri premi a chi passava per i check point o organizzando gare tra classi delle scuole o tra dipendenti (Vicenza).

La premiazione delle città vincitrici del Giretto d'Italia si è svolta ieri a Ferrara all'interno della "Borsa del Turismo delle 100 città d'Arte d'Italia" (www.100cities.it). Ai sindaci della 3 città regine è andata in premio una bicicletta in alluminio interamente riciclata messa a disposizione da Sorgenia.

L'Ufficio stampa Legambiente (06.86268379-53-99-76/347.4166793)


Giretto d'Italia 2012
Classifica finale

(Percentuale di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti)

Grandi città
(oltre 250mila abitanti)
Città medie
(oltre 100mila abitanti)
Città piccole
(fino a 100mila abitanti)
Città                % ciclabilità
Città               % ciclabilità
Città                % ciclabilità
Venezia (terraferma)
44,3
Trento
55,7
Schio
73,5
Torino
29,6
Ferrara
51,1
Pesaro
63,3
Firenze
17,2
Reggio Emilia
40,7
Grosseto
59,7
Bologna
14,8
Vicenza
40,5
Pordenone
53,6
Milano
14,4
Padova
38,8
Pisa
47,1
Genova
4,2
Modena
32,1
Lodi
45,2
Bari
Np
Ravenna
23,1
Udine
43,8
Roma
3,8
Brescia
5,7
Carpi
37,8




Saronno
     11,8






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